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04/04/2017

La scuola cattolica (E. Albinati)

albinati, scuola, cattolica, delitto, circeo, trieste, quartiere, roma, crimine, tortureNon è un libro che si legge per caso: sono 1.300 pagine che richiedono impegno e volontà. Visto l’approssimarsi della bella stagione non pensate di portarlo “sotto l’ombrellone”, anche solo per la sua mole, a meno che non vogliate un peso per evitare che il vento vi porti via l’asciugamano! Anche considerarlo un romanzo è secondo me azzardato. Il delitto del Circeo è stato uno dei crimini che negli anni settanta dello scorso secolo sconvolse la cronaca nazionale per la sua efferatezza e per l’ambiente in cui si era sviluppato. Di questo libro, quel delitto, è l’idea generatrice, ma se credete di trovarne il racconto dei fatti rimarrete delusi: la cronaca pura e semplice si limita a circa venti pagine. Il progetto dell’autore, compagno di scuola di coloro che hanno perpetrato le torture e l’omicidio del Circeo, è quello di raccontare e analizzare il quadro sociologico di quel periodo, per trovare la motivazione dell’efferato atto criminoso, aldilà della componente soggettiva degli assassini. L’opera assume così la veste di un saggio antropologico che affronta i temi della famiglia, della scuola, della religione, del sesso, del masochismo, del rapporto uomo-donna, della borghesia, della politica, della violenza, il tutto arricchito da racconti e ricordi personali dell’autore. Domande e dubbi, ma anche certezze, che può porsi ed affrontare qualsiasi persona: Albinati le porta alla luce senza reticenze, dalle più banali a quelle che spesso si ha vergogna di confessare, agli altri o a sé stessi. La struttura del libro è quindi interessante, ma l’approfondimento degli argomenti diventa spesso ripetitivo: lo stesso autore ad un certo punto della narrazione dice “Seguitemi se potete, se ne avete voglia, il tempo, la pazienza…” e bisogna effettivamente farsi carico di tutto questo per arrivare a leggere ogni singola pagina. E’ possibile procedere nella lettura saltando dei capitoli senza sentirne la mancanza e questo, a mio parere, lascia dei dubbi sulla validità dell’opera.