”La fiducia è una cosa seria" (17/10/2011)

politica,parlamento,votazioni,fiducia,onorevoli,maggioranza,governoEra questo lo slogan che negli anni ’70 una nota marca di prodotti alimentari utilizzava per i suoi spot e campagne pubblicitarie. Oggi lo slogan della ditta è forse cambiato, ma il concetto per se stesso è rimasto invariato e non è mutabile. Questo purtroppo i nostri parlamentari non lo sanno.

Martedì  11 ottobre è stato bocciato alla camera l'art. 1 del rendiconto di bilancio dello Stato. La votazione è finita in pareggio (290 contrari e altrettanti a favore). Il significato di tale risultato per un cittadino normale sarebbe che la maggioranza non ha i numeri per approvarsi gli atti che lei stessa decide. Lo stesso cittadino normale, poiché la maggioranza non è in grado di gestire le proprie scelte, si aspetterebbe che la stessa si facesse da parte.

 

Giovedì 13 ottobre sempre alla camera si vota la fiducia all’attuale governo: il risultato è di 316 voti a favore (onorevoli che hanno fiducia nel governo) e di 301 voti contrari (onorevoli che non hanno fiducia nel governo). Lo stesso cittadino normale di prima farebbe la seguente considerazione: “Preso atto che la fiducia si basa solo su 15 voti di scarto; che questi voti vengono ottenuti soltanto al momento in cui bisogna autocelebrarsi (votare la fiducia); che al momento di votare leggi ed atti questi voti non ci sono: si deduce che la maggioranza non è in grado di governare!”.

 

I significati e le considerazioni anzidette però non hanno nessun significato, perché il cittadino normale non siede nelle aule del Parlamento, sugli scranni, bontà nostra, siedono onorevoli e senatori. I parlamentari giustamente ragionano in maniera diversa, più alta, perché hanno il compito di decidere su questioni che determinano la nostra vita sociale, privata, giudiziaria, economica, sanitaria, fiscale….. mica noccioline!

 

Il cittadino normale però arriva a porsi anche altre domande: perché gli onorevoli sono presenti e concordi quando devono votare la fiducia, e quindi salvaguardare il loro posto al Parlamento, e invece sono assenti e contrari quando si tratta di votare atti che riguardano la Nazione? E’ possibile che ci siano onorevoli che non votano per la maggioranza (quindi di fatto contrari alle scelte del governo), ma allo stesso tempo hanno fiducia nel governo? E’ possibile che l’agenda delle riunioni alla camera sia fatta in modo tale che il giorno che si vota la fiducia nessuno abbia altri impegni e quando si devono fare altre votazioni il 10% dei parlamentari sono impegnati altrove?

 

Al momento delle elezioni politiche (2008) al Parlamento la maggioranza aveva ottenuto 344 seggi e l’opposizione ne aveva 286. Se oggi questi numeri sono invece di 316 a 301 (senza chiederci che fine ha fatto i 13 mancanti!) forse qualcosa non torna ed andrebbe cambiata. La fiducia, è una cosa seria!.

 

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