Le prede (A.Cojean) (12/10/2014)

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Nel tragico racconto di Soraya, tutta la depravazione, arroganza e sadismo di uno degli ultimi dittatori dell’occidente: Muammar Gheddafi. Salito al potere nel 1969, se non con l’aiuto, senz’altro con la compiacenza dell’Italia, interessata come tutti gli altri stati europei alla Libia per ragioni strategiche sul Mediterraneo, il dittatore impone al popolo la stretta osservanza delle leggi religiose per nascondere i suoi crimini. Aldilà del mero aspetto sessuale, che sebbene al centro del racconto, non viene mai affrontato con atteggiamento pornografico, emergono dal racconto della ragazza e dagli approfondimenti giornalistici dell’autrice, l’ipocrisia che ha sempre circondato il dittatore: la sua verso il popolo libico e la comunità internazionale, soprattutto africana; quella dei governanti degli altri Stati (di ogni parte del mondo), sempre pronti a soddisfarne le esigenze e a ricavarne utili personali. L’ortodossia e il fanatismo del popolo prevedono che il disonore di ognuno ricada su tutta famiglia, anche se questo non è voluto, ma solo imposto ed ottenuto con la violenza. Questo atteggiamento aiuta il dittatore ad agire con crudeltà e infamia ed impedisce che questi argomenti siano affrontati e divulgati apertamente in Libia, anche dopo la sua morte e la caduta del regime, così da non rendere giustizia a coloro che ne sono stati martiri. Un libro, ma soprattutto storie, che dovrebbero essere divulgate senza reticenze, ma che invece incontrano difficoltà nell’essere accettate.

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