Giacomo Leopardi (raccolta dal Canzoniere e dalle Operette Morali) (20/03/2016)
Naturalmente non posso aggiungere nulla a tutto quanto già detto. Soltanto che è sempre piacevole rileggere opere come queste e se, come si dice, la poesia è grande quando non ha tempo, l’opera di Leopardi è sempre attuale: “O patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri degli avi nostri, ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi i nostri padri antichi. Or fatta inerme, nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, formosissima donna! Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite; chi la ridusse a tale? E questo è peggio, che di catene ha carche ambe le braccia; sì che sparte le chiome e senza velo siede in terra negletta e sconsolata, nascondendo la faccia tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, le genti a vincer nata e nella fausta sorte e nella ria. …” (All’Italia – Canzoniere)
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