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13/10/2015

Dieci piccoli indiani (A. Christie)

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Uno dei tantissimi e noti gialli della scrittrice inglese. Scritto nel 1939, nelle sue versioni ha cambiato diversi titoli. E’ una delle storie in cui non compaiono i famosi investigatori creati dall’autrice, ed anzi è un racconto che si discosta dagli schemi tradizionali dei gialli: non compare nessun personaggio con il compito specifico di condurre le indagini e l’assassino è lui stesso vittima.

La storia si svolge prevalentemente su di un’isola pressoché deserta e le vittime si trovano a fronteggiarsi, oltre che nel cercare di salvare la propria vita, anche nel provare a risolvere l’enigma dal quale scaturiscono gli omicidi. Sarà quindi un intreccio si sospetti, di accuse e di giustificazioni che mettono a confronto i vari caratteri dei personaggi. Una nenia infantile e dieci piccole statuine cadenzano il flusso delle morti dei presenti.

La prigione e la giustizia sono gli elementi che l’autrice porta alla nostra attenzione. L’isola è, di fatto, il carcere in cui i personaggi scontano la propria pena, fino all’esecuzione; l’assassino, per quanto crudele, svolge il compito del giustiziere, fino al culmine di uccidere se stesso per gli omicidi compiuti. Con questo gesto si arriva all’apice della giustizia, così da annullare anche le giustificazioni che ci indurrebbero a perdonare gli errori commessi dai personaggi, e che gli sono valsi la “condanna a morte”, per altro non perseguibili dalla giustizia ordinaria, vista la loro dinamica. 

01/12/2014

Per dieci minuti (C.Gamberale)

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Ci sono mille modi di vivere la vita e ognuno sceglie quello che gli sembra più consono, decidendo da sé, come se quella fosse l’unica scelta giusta. Capita invece che a un certo punto, inaspettatamente, un evento improvviso faccia crollare quel mondo: e ci si trova costretti a trovare un’alternativa alle nostre certezze, o forse alle paure che le rendevano tali. E’ quello che capita a Chiara: un matrimonio che si conclude con un addio attraverso una telefonata da Dublino. Ma non solo: il recente trasferimento a Roma, il lavoro che viene affidato ad altri….. e l’analista butta lì un gioco. Prendendo spunto dai metodi Steiner, per dieci minuti al giorno ci si dimentica della propria vita, delle proprie certezze, delle convinzioni e delle paure e si fa ciò che non si è mai fatto: si prova un’esperienza mai provata. Per un mese Chiara sperimenta questo metodo e si accorge che attorno a lei gira un mondo intero, un mondo che è tutto e l’opposto di tutto: che ti coinvolge, che vuol essere coinvolto, che neanche ti vede o invece ti sostiene. Sarà un percorso comunque faticoso, a ferita aperta, ma seppur tremendo, comunque necessario e con il traguardo raggiungibile.