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30/03/2016

Giuda (A. Oz)

israele, giuda, tradimento, gesù, gerusalemme, oz, shemuel, atalia, wald, gurionGerusalemme, 1959: Shemuel è uno studente universitario che abbandona la facoltà per problemi economici e per una delusione d’amore ricerca nella solitudine l’ambiente per trovare risposte a sé stesso e alle sue scelte. Accetta così di lavorare a casa di un signore, dove, in cambio di vitto e alloggio oltre a un piccolo stipendio, dovrà giornalmente per alcune ore tenere compagnia a un disabile, ma soprattutto ascoltarlo e discorrerci. Lo studente vivrà alcuni mesi nell’abitazione, in un ambiente statico, che vive dei propri riti, e nella solitudine della sua mansarda cercherà di comprendere e far luce sui ricordi che i suoi ospiti tengono sopiti. Approfondendo la preparazione di quella che era la sua tesi universitaria, tesa a “sdoganare” la figura di Giuda Iscariota e mostrare un Gesù ebreo, e non cristiano, si troverà altresì a dover valutare se sia giusta o meno la creazione dello Stato di Israele. L’autore vuol porre in primo piano la figura del traditore, proponendo un’alternativa al senso comune con cui si giudica un tradimento, al punto che lo stesso, in alcune occasioni, è solo l’etichetta con cui si identificano coloro che in realtà sono coerenti con le proprie scelte.

25/02/2016

L’eretico (C.A. Martigli)

eretico, martigli, gesù, mola, papa, mirandola, ipsissima, issa, yeousha, taE’ il periodo del rinascimento italiano e mentre grandi artisti italiani esprimono il meglio di loro stessi, le varie signorie cercano d’imporre le loro famiglie a duratura reggenza dei vari Stati, compreso quello Pontificio. In questo ambito dalla “seconda Roma”, la città di Istanbul, partono alcuni personaggi diretti alla Roma del papa Alessandro VI, dove con l’aiuto di alcuni italiani a loro legati per l’amicizia comune con Pico delle Mirandola, dovrebbero consegnare e divulgare il libro che contiene la vera storia e parola di Gesù di Nazareth. La presenza di Savonarola a Firenze, la ricerca dei Medici di riconquistare la loro gloria, gli intrighi dei Borgia nel cercare di trasformare il Vaticano in un loro regno familiare, diventano impedimenti tali che non permetteranno la nascita di un’unica religione universale. Questo molto in sintesi il romanzo di Martigli. La questione che però lo porta ad essere confrontato, anche dallo stesso autore, con il più noto “Il codice Da Vinci”, è la presenza nel testo del racconto della vita di Cristo, soprattutto quella dai 12 ai 30 anni, sconosciuta e mai rappresentata anche nei vangeli, canonici e non. L’autore, prendendo spunto da informazioni più o meno mitologiche, attraverso i racconti di una delle protagoniste, ci illustra l’”Ipsissima Verba” scritta o comunque narrata per propria voce da Gesù. E’ la storia di un uomo, non di un figlio di Dio, che predica amore, eguaglianza e libertà, e vive la sua vita con lo scopo di divulgare questa “novella” di fratellanza in modo che la dottrina ne sia al servizio e non viceversa. E’ un uomo che ha la sua famiglia, che vive i drammi di ognuno, che non compie miracoli, ma si avvale delle conoscenze della meditazione e dell’illusione per attirare a sé le genti. Non c’è nulla di scientifico in questa figura, ma se dai vangeli togliamo la “fede”, questo racconto potrebbe più degli altri avvicinarsi a quella che è stata la vera storia dell’uomo più conosciuto e sconosciuto di sempre. Naturalmente è un romanzo, così come “Il codice Da Vinci” e come tali vanno presi, senza andare a ricercare verità o “anti-dogmi” che nulla hanno a che vedere con la scienza e la religione.

09/01/2016

Le ultime diciotto ore di Gesù (C. Augias)

gesù, joshua, palestina, crocefissione, pilato, erode, cristiano, fede, cristo, profetaChe cosa ne sappiamo dell’uomo più famoso degli ultimi duemila anni? Poco, e questo poco non è neanche certo. Partendo da questa considerazione, Augias ha cercato di raccontare le ultime ore di Cristo prima della crocefissione. L’intento è di fornire le ragioni del perché si sia arrivati a questo evento. Di fatto della vita di questo profeta nei primi 30 anni ci sono scarsissime notizie; quelle degli ultimi 3 anni di vita ci sono invece state fornite dai vangeli, canonici o apocrifi, redatti però in periodi successivi e quindi contagiati dalla risonanza di quello che era successo e dagli equilibri di potere presenti al momento della loro scrittura. Innanzitutto è necessario tenere distinti i due aspetti di base: fede e storia. Per la fede, Gesù di Nazareth è il figlio di Dio fatto uomo, venuto a dispensare la parola del Padre ed elargire miracoli, a redimere i peccati dell’umanità con la sua morte violenta, risorto dopo 3 giorni per tornare a vegliare e regnare sul mondo con la sua benevolenza e carità. Questo non può essere messo in discussione, è fede: per i credenti in questa dottrina non esistono e non possono esistere dubbi e punti interrogativi; per i non credenti sono favole. Diverso è invece il punto di vista storico, che deve basarsi su fatti accertati e confermati da prove inconfutabili o quasi. Da queste notizie reali nascono poi le varie interpretazioni che ognuno può desumere. Il problema è che di notizie certe non ne esistono: sono reali i personaggi del periodo, Pilato, Caifa, Erode, è certo il fatto che Roma governava su Gerusalemme, di sicuro le leggi dell’Impero prevedevano la crocefissione, ma per tutto il resto nessuna informazione è certa. Addirittura la stessa unica figura di Cristo potrebbe essere messa in discussione, sostituita da quella di più profeti le cui gesta e vicende sono state accorpate in un unico uomo. Augias ricercando in tutti i documenti storici di cui disponiamo prova a ricostruire soprattutto le ragioni che hanno portato al compimento del processo e al verdetto contro Joshua. Lo fa in modo diverso dal solito: genericamente si parte dall’ingiustizia subita dal profeta condannato, invertendo così le parti tra reo e giudici; in questo caso invece si cerca di analizzare gli aspetti, senza con questo volerli però giustificare, che hanno portato i giudici ad emettere il verdetto. Ne nasce allora un quadro fatto di uomini veri, con le loro frustrazioni, i caratteri, gli interessi; i fatti diventano reali e appaiono come notizie di cronaca di cui possiamo essere partecipi come ogni giorno. Tutto questo però non ci consegna certezze: forse il fatto più plausibile è che il processo non fu giusto, forzato dagli equilibri politici e dai rapporti tra gli occupanti, i Romani, e la popolazione occupata del luogo, principalmente Ebrei. La Storia stessa, come normalmente invece accade, in duemila anni non ci ha fornito risposte. In questa ricostruzione naturalmente l’autore si avvale di ricostruzioni romanzate e le sue indubbie capacità ci portano così a confrontarci con una lettura che non risolverà i nostri dubbi, ma ci fornisce ulteriori elementi da aggiungere alle nostre conoscenze.