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21/11/2015

Le belle Cece (A. Vitali)

          

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A sconvolgere la tranquillità di Bellano questa volta una vicenda che ha del paradossale: la “comparsa” delle mutande della signora Malversati fuori dal focolare domestico. La storia sembra essere tragica, ma il ritrovamento della biancheria intima, la trasforma in un’invitante occasione di pettegolezzo e messa in ridicolo dei protagonisti. Sarà il maresciallo dei Carabinieri ad intervenire da buon padre di famiglia, così come si conviene in piccole comunità, per cercare di riportare sui giusti binari la vicenda e permettere ai coinvolti di mantenere la loro onorabilità, non disdegnando di lasciare in sospeso gli equivoci, facendo credere ad ognuno di avere la propria verità. Un racconto semplice dove l’autore riesce a caratterizzare i personaggi senza dover ricorrere a pedanti descrizioni.

26/12/2014

Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso (F.Antinucci)

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Interessante scoprire come tutta la storia, dai Romani ad oggi, sia stata condizionata dai beni voluttuari. Le spezie, sebbene siano inutili, anche nel loro ambiente principale che è la cucina, hanno influenzato da sempre le scelte che poi hanno contribuito a indirizzare l’andamento della storia e del costume dell’umanità. Già nell’Impero Romano se ne faceva largo consumo e rappresentavano uno status symbol di ricchezza e lusso: la cucina Romana era tanto speziata da essere oggi paragonabile, come utilizzo più che come gusto, a quella orientale. Ma sia allora, che nel medioevo, ciò era dovuto anche a ragioni pratiche: dovevano mascherare la difficoltà di conservazione dei cibi e quindi i loro sapori. Come tutti i beni di lusso, anche le spezie non hanno alcun valore reale: non servono assolutamente a nulla e comunque si può vivere altrettanto bene anche senza servirsene. Proprio per questa ragione, i beni di lusso, assolvono quella che è la loro reale funzione: rappresentare l’uomo, la sua immagine, la sua possibilità di spendere molto per cose futili. E’ vero altresì che il commercio di questi prodotti ha portato alla scoperta del mondo intero, spingendo i naviganti a cercare nuove rotte e a confrontarsi con le popolazioni indigene delle terre scoperte, sebbene a costo di guerre e soprusi. L’autore traccia la storia dell’umanità con riferimento all’importanza e al tipo di spezia che andava per la maggiore. Naturalmente le spezie non s’indossano, non possono essere esibite ed allora, per poter mostrare agli altri di permettersele, l’unico teatro possibile è quello dell’arte culinaria. La cucina cambia ruolo, e da semplice e indispensabile strumento di alimentazione e sopravvivenza, diviene anche e soprattutto un veicolo di rappresentazione, come lo è tuttora. Proprio per questo, il libro percorre sinteticamente il “sistema cucina”, raccogliendo interessanti ricette di tutte le epoche. E’ una lettura interessante, poiché mette in luce e ci fa comprendere quei meccanismi, che ancora oggi e forse per sempre, spingono l’uomo in molte delle proprie azioni.

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03/05/2014

Gli imperatori romani (M.Grant)

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Una dettagliata cronologia degli imperatori che regnarono a Roma dal 31 a.C. al 476 d.C.. Per ognuno sono riportate l’ascesa al trono, i conflitti sostenuti, eventuali leggi promulgate, le parentele. Una cronologia molto analitica, che manca però, di approfondimenti sul carattere degli imperatori e su come questi si ponessero individualmente sulle problematiche che inevitabilmente gravavano si di un territorio così vasto e multiforme, e sul rapporto familiare in contrapposizione al ruolo svolto. Da l’impostazione data all’opera, sembra che durante questo lungo periodo due sole questioni animassero la vita dell’Impero:  le guerre intestine tra le varie legioni e gli “inciuci” familiari.      

20/04/2014

Impero (A.Angela)

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Tutti gli Stati hanno un passato, solo noi abbiamo avuto l’Impero Romano. Non voglio peccare di nazionalismo, né di un orgoglio mal interpretato, ma leggendo il libro di Angela, si scopre che il mondo moderno è tale perché è esistito l’Impero Romano. L’autore attraverso il percorso che poteva fare un sesterzio, passando di mano in mano, ci racconta qual era l’organizzazione e come si viveva all’epoca della massima espansione dell’Impero. Non è un viaggio di pura fantasia, tutte le informazioni riportate sono suffragate da reperti storici, archeologici, letterari: il racconto è un compendio di dati fondamentali o curiosi che ci permettono di comprendere quanto poco sia stata “inventato” rispetto ad allora. Seppure è evidente il divario tecnologico, nulla, il mondo globalizzato dell’Impero, aveva da invidiare a quello attuale, anzi: nella gestione del territorio (strade, dighe, ponti, acquedotti…); nell’integrazione (non esisteva razzismo…); nella tolleranza (libertà di professione religiosa…); nell’istruzione (l’analfabetismo era praticamente a zero e i più parlavano due lingue…); nei rapporti sociali (gli atti di violenza quotidiana erano minori, era vietato l’uso delle armi, il pane era distribuito gratuitamente, si assistevano i meno abbienti…); nella gestione delle attività e dell’innovazione (avevano sistemi a livello industriale, utilizzavano macchinari tornati in uso secoli dopo…). Certo avevano qualche “difetto”, o forse erano meno ipocriti (la legge non era uguale per tutti, ma il fatto era ufficiale!), si tratta sempre di 2.000 anni fa, , ma le corrispondenze con il presente sono strabilianti e molte notizie che abbiamo appreso da un’informazione generalista, su quel periodo, sono inesatte o quantomeno fuorvianti. E’ sorprendente scoprire che molti oggetti che usiamo quotidianamente sono nati allora, così come molte nostre usanze, modi di dire e di agire. Per comprendere appieno ciò che voglio significare in queste poche righe, è necessario leggere il libro.