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24/09/2017

La stranezza che ho nella testa (O. Pamuk)

istanbul, turchia, boza, yogurt, pamuk, mevlut, rayiha, samiha, venditoreMevlut si trasferisce ad Istanbul nel 1969: ha dodici anni e comincia in questa città a fare il venditore ambulante di yogurt e boza con il padre. Il romanzo ci racconta la vita di questo ragazzo fino al 2012: la sua famiglia, il suo amore nato per sbaglio, le gioie, le paure e le speranze, affetti e delusioni; ma interessante nel racconto è lo scenario di una città e una cultura che stanno cercando di cambiare. L’autore, premio Nobel per la letteratura nel 2006, nato ad Istanbul, attraverso la storia di Mevlut, ci presenta l’evoluzione di una società che, dopo il colpo di stato militare del 1960, a cui seguiranno quelli del 1971 e del 1980, ancora nel 1969 è legata alla vita di campagna. In questo decennio verso la grande città turca si avviano flussi migratori, proprio dalla campagna, di coloro che sperano di trovare fortuna in quella che sta diventando una metropoli, composta per lo più da quartieri periferici con baracche e senza servizi. Evidente è la contradizione culturale che lega agli obblighi familiari ortodossi e all’attrazione dello stile di vita occidentale. Ancora nel XXI secolo, nonostante gli sforzi compiuti e la volontà di molti di raggiungere un cambiamento radicale, la società turca vive ancora sull’instabile equilibrio tra la modernità e il patriarcato religioso: anche tra coloro che ritengono necessario un percorso che avvicini la Turchia all’Europa e alla cultura occidentale, è sempre presente un legame con la cultura islamica e tradizionalista. Il protagonista vivrà il cambiamento urbanistico e demografico che nel periodo del racconto subirà la città di Istanbul e la struttura del romanzo, dove si alternano il racconto del narratore con le confessioni e le descrizioni dirette dei personaggi, ci mostra come in prima persona questi subiscono e affrontano nella vita giornaliera questo cambiamento. Per tutta la vita Mevlut dovrà fare i conti con l’errore che lo ha portato a sposare la “sorella” sbagliata, ma nonostante le forzature, le incomprensioni, i litigi anche aspri tra le tre famiglie che si intrecciano nella storia, il vincolo, a volte esasperante, della cultura famigliare terrà sempre vicini e solidali i personaggi. Benché si tratti comunque di un romanzo, se il lettore va oltre alla mera critica nei confronti di questo modus vivendi, c’è la possibilità di acquisire aspetti che ci possono aiutare a capire taluni atteggiamenti di queste società, che ci sembrano incomprensibili.

05/04/2016

Tango a Istanbul (E. Aykol)

aykol, istanbul, kati, fofo, nil, libreria, giallo, tango, stambuliotaUn’altra avventura di Kati, la giovane libraia di Istanbul che per passatempo si dedica all’investigazione. Dopo aver ascoltato le dichiarazioni di una veggente, l’improvvisa malattia dell’amica della sua collaboratrice, la spinge a far luce sulla vicenda, che, per la libraia stambuliota, presenta non pochi interrogativi. L’azione si svolge nella città Turca e coinvolge, come sempre, amici e colleghi di Kati. L’autrice s’impersona nella protagonista e racconta in prima persona il romanzo, rivolgendosi direttamente al lettore. Il racconto è piuttosto “leggero” e sia il libro sia il giallo raccontato non hanno la presunzione di diventare best seller, benché sia piacevole, per chi ha avuto modo di conoscerli, percorrere i luoghi di Istanbul. Una tipica lettura da fare sotto l’ombrellone, con la possibilità di chiudere gli occhi e godere del gradevole tepore estivo.

27/07/2014

Divorzio alla turca (E.Aykol)

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Una libraia-investigatrice che assieme al suo collaboratore cerca di risolvere casi giudiziari nell’affascinante Istanbul. Kati, la protagonista, nella narrazione si rivolge direttamente al lettore e l’autrice dipana gli ambienti della città offrendo uno spaccato della società turca. Non è un best-seller da coinvolgere il lettore, ma la narrazione è semplice e scorrevole. Un piccolo errore nelle prime pagine del libro (dell’autrice o della traduttrice): “Fofo mi guardò ridacchiando.”, peccato che Kati e Fofo stiano conversando tramite telefono fisso e non si specifica che sia un videotelefono!

06/01/2014

Rosso Istanbul (F.Ozpetek)

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L’opera letteraria, ben riuscita, di un famoso regista e sceneggiatore. Si legge come guardare un film. I colori e gli odori, perduti ed attuali, di Istanbul, visti e vissuti con gli occhi di un indigeno e di una turista, nell’intreccio di forti passioni. Da leggere.