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30/09/2015

Un libero Santostefanese (A. Busonero)

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Un gioco di parole basato sul nome del protagonista e la sua cittadinanza, dà il titolo all’opera di Busonero. L’autore nel libro racconta la vita del nonno paterno e da questa ricava lo spunto per analizzare e approfondire le vicende di quello che è stato il periodo più cupo dell’Italia unita: la seconda guerra mondiale. Il protagonista ha vissuto in prima persona gli eventi bellici, lui come soldato, la famiglia e la terra natia, con tutti i suoi concittadini, vittime degli incessanti bombardamenti alleati. Ne nasce un quadro interessante, dove le vicende personali superano se stesse e diventano la storia comune di molte persone che hanno vissuto quell’epoca. Grazie anche alla sua professione, Busonero è riuscito a raccogliere informazioni dettagliate che riguardano gli aspetti militari, soffermandosi nella descrizione delle attività intraprese dalle forze alleate per sconfiggere i tedeschi sull’Argentario, superando altresì i dati statistici e cercando di comprendere gli stati d’animo di chi ne era protagonista. Dal dicembre ’43 al giugno ’44 il Promontorio divenne teatro quasi quotidianamente d’incursioni e bombardamenti aerei, al punto di apparire nelle cronache Americane e di “guadagnarsi l’onore” di essere il secondo paese più distrutto d’Italia. Appare strano come oggi nella memoria degli abitanti questo ricordo sia ancora vivo e allo stesso tempo dimenticato: è presente in tutti perché molte famiglie hanno subito la perdita di un congiunto e tutte hanno visto le loro abitazioni in macerie; è superato, alla stregua dello scenario desolante che con ardore e volontà la popolazione ha saputo mettersi alle spalle ricostruendo in tempi brevissimi l’intero paese. Molte le testimonianze reali presenti nel libro, considerato il tempo trascorso da allora, che sebbene può farci sembrare quegli eventi ormai molto lontani, nella realtà è ancora un ricordo personale per molti nostri contemporanei. Un esercizio interessante da parte dell’autore è quello di inserire all’interno del racconto i pensieri e le sensazioni che provavano i protagonisti e gli scenari e panorami che si presentavano ai loro occhi, certamente inventati, ma che creano delle parentesi romanzate e che sicuramente non si discostano da quelli reali avvertiti e vissuti.

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25/09/2015

Tarass Bulba (N. Gogol)

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Il mondo dei cosacchi, al tempo in cui combattevano nei territori ucraini e polacchi, per contendersi il territorio e far prevalere il credo religioso. Bulba è un padre che incarna in toto la cultura cosacca e s’impegna a metterla in pratica, sia nella propria vita, sia nell’educazione da trasmettere ai figli. Non rinunciando mai ai valori del suo popolo arriverà, con onore in base a questi, a sacrificare la vita propria e degli stessi figli. Il romanzo narra la loro vicenda dall’uscita del collegio fino alla morte. Per i figli sarà una vita breve, senza la possibilità di costruirsene una propria da condividere con una famiglia o comunque in base alle proprie scelte. Inseriti subito nell’esercito cosacco troveranno la morte entrambi, sebbene in difesa di valori che possono considerarsi diametralmente opposti.   

15/09/2015

La materia oscura (A. Casas)

materia, fisica, cosmo, universo, oscura, energia, newton, einstein, casas, galassia“…non è ancora stato individuato nessun neutrino, ma siamo certi della loro esistenza.” : questo è uno dei concetti espressi nel libro. Per noi homo sapiens, con un “sapiens” medio o magari anche medio alto, che siamo comunque legati alla misura e per comprendere ciò che ci circonda abbiamo inventato il tempo e lo spazio, quando affrontiamo argomenti di fisica, e soprattutto quella legata alla cosmologia, abbiamo l’impressione di leggere un testo in una lingua diversa dalla nostra. I concetti, le formule, le teorie, se vogliamo anche affascinanti, che sono trattati in questi libri ci sfuggono di mano e dalla mente. Il problema dei termini usati come sempre potrebbe essere superato con un approfondimento su dizionari e testi specifici, ma quello che non riusciamo a comprendere sono gli ambiti in cui i fenomeni descritti operano. I miliardi di anni luce che separano ogni evento, l’infinitamente piccolo o grande della materia e magari l’inesistente che esiste, ci disorientano, così come la stessa astrattezza delle formule. Benché in questa pubblicazione si cerchi, anche con immagini e grafici, di spiegare nella maniera più semplice ogni concetto, il risultato per chi legge non è ottimale. Arrivare a concepire che non si può andare “a prima” del Big Bang perché il tempo è nato in quel momento e che se ci si prova, il tempo non tornerà indietro ma andrà avanti, è un’impresa che possiamo concepire solo se ci rifugiamo nella filosofia. Lo stesso oggetto del libro, la materia oscura, è l’elemento che sicuramente costituisce quasi la totalità dell’Universo, ma di cui non abbiamo traccia reale. Oscura è definita anche l’energia che spinge l’Universo ad ampliarsi, certamente presente ma non individuata, e che in base alle attuali conoscenze porterà alla scomparsa dell’Universo stesso. L’unica soddisfazione avventurandosi nella lettura di questi argomenti è quella d’impadronirci di qualche altra briciola di cultura.

07/09/2015

Le piccole memorie (J. Saramago)

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I ricordi di quando era bambino e poi ragazzo, riempiono le pagine di questo libro dell’autore portoghese. Non è un’autobiografia cronologica e sistematica, ma sono pensieri che si affacciano alla mente intrisi di tutte le lacune che il tempo ha ormai generato nella memoria. Sembra di vedere il nonno che seduto accanto al nipote gli narra le storie del suo tempo, condizionate dalla povertà e dalla vita di campagna, anche se trasferita in città. Naturalmente le capacità del premio Nobel, fanno si che tutte queste tessere buttate casualmente sulla tela, vadano comunque a farsi godere come un quadro. Di umile famiglia contadina, dedita anche all’allevamento, sarà portato a Lisbona dal padre in cerca di lavoro. Le sue radici avranno però un legame costante con il paese natio, sia per le costanti visite a casa dei parenti, sia per le abitudini familiari che continueranno a persistere nella vita cittadina.

01/09/2015

C’è un re pazzo in Danimarca (D. Fo)

cristiano, fo, danimarca, pazzo, re, jacopo, struensee, federico, leggi, rivoluzioneNon è novità che la realtà superi la finzione e la storia raccontata dal premio Nobel in questo libro, potrebbe tranquillamente essere prestata al copione teatrale di una commedia. Lo scrittore, con l’aiuto del figlio Jacopo, ha raccolto documenti, atti, pubblicazioni e soprattutto diari dei personaggi che hanno caratterizzato la corte Danese sotto il regno di Cristiano VII. Dando continuità a questo materiale ne è scaturita una storia che pare un vero e proprio romanzo. Il fulcro sul quale si muove tutta la vicenda è la follia del Re stesso. Salito al trono in giovane età e già colpito dalla malattia, il sovrano ha caratterizzato le vicende della corte e del Regno, sia nelle scelte pubbliche e di Stato, che nella vita privata della famiglia. Non nascondendo mai la sua pazzia, comunque nota a tutti, riusciva persino a sfruttarla per prendersi gioco degli aristocratici, per sfuggire all’etichetta regale e finanche per giustificare le scelte ardite e molto progressiste per l’epoca, sulla conduzione dello Stato. Siamo più o meno nella seconda metà del settecento, ancor prima della rivoluzione francese, e in Danimarca, Cristiano e i suoi consiglieri, principalmente il medico tedesco Struensee (finito comunque decapitato), propongono leggi contro la pena di morte, lo status di servitori della gleba, il latifondo e il monopolio navale, i privilegi nobiliari, e a favore della liberalizzazione dei coloni, dell’istruzione popolare, dell’assistenza sanitaria e molte altre, che all’epoca non erano ancora vigenti in nessun altro Stato o stavano soltanto vedendo gli albori. Nella vita privata il Monarca doveva fare i conti con gli inganni della matrigna, pronta a tutto pur di portare sul trono del Regno il proprio figlio, a scapito di quello di Cristiano. Dovrà così rinunciare alla propria moglie e ai suoi amici e riuscirà soltanto in seguito a proteggere il figlio e a costruire con questo un solido legame che lo porterà ad essere il successivo sovrano di Danimarca.