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30/05/2015

Il passato è una terra straniera (G. Carofiglio)

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Due storie che viaggiano parallele per poi convergere assieme, vicende giudiziarie a farne da sfondo: queste le caratteristiche peculiari di molti romanzi di Carofiglio, che anche in questo caso sono la traccia del libro. Basta un solo gesto, anche inconsapevole, e la nostra vita cambia all’improvviso. A Giorgio, il protagonista narrante del racconto, accade durante il Natale del 1988 e da quella sera la sua vita prende il binario opposto a quello su cui sinora aveva viaggiato. Sarà Francesco, il nuovo amico, che con il suo carattere misterioso, preponderante e schivo, lo indurrà a scelte che condurranno Giorgio sul limite del baratro giudiziario.  A completare il quadro dei caratteri, la figura del tenente Chiti, carabiniere dalla nascita per seguire le orme dei familiari, privo di una benché minima vita sociale. Una storia narrata in maniera fluida e chiara, che non si perde nei dettagli, velata di una tenue sfumatura di giallo.

Giudizio (0-3) = 2

20/05/2015

Bianca come il latte rossa come il sangue (A. D’Avenia)

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Gli anni del liceo sono quelli che per primi ci pongono di fronte alla vita reale, dove dobbiamo noi stessi cominciare a fare delle scelte. In quest’anno scolastico Leo, il protagonista, cerca di dare corpo alle proprie convinzioni confrontandosi con una vita reale che invece appare diversa e nella quale il ragazzo prova a comprendere quali siano le strade per raggiungere le proprie mete. Attraverso il rapporto con i genitori, i compagni e i professori egli cerca le risposte che dovrebbero traghettarlo da adolescente ad adulto: ma il rosso e il bianco con i quali classifica le proprie emozioni spesso si confondono. L’amore verso una compagna, vinta da un triste destino, è il filo conduttore del romanzo, ma il quadro dei sentimenti e dei caratteri che l’autore ci propone, è più ampio e Leo dovrà comprendere come i “sogni” possono accompagnarsi alla realtà e realizzarsi anche se spesso appaiono con questa in contrapposizione.

Giudizio (0-3) = 2

Jane Eyre (C. Bronte)

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Un classico inglese della metà del 1800, in cui l’autrice narra le vicende della protagonista come si trattasse di un’autobiografia rivolta direttamente al lettore. E’ quasi la storia di una Cenerentola reale, che cerca di sfuggire alla propria matrigna per crearsi un futuro d’indipendenza e che culmina ritrovando gli affetti familiari, l’agiatezza e un compagno con cui condividere la vita. Anche se spesso nella nostra stessa vita viene spontaneo pronunciare la frase “com’è piccolo il mondo”, le coincidenze che caratterizzano la storia di Jane sono forse eccessive. Spicca su tutto il carattere della protagonista che con forza d’animo, caparbietà, passione e integrità morale riesce a superare le dure prove che la vita le contrappone.

Giudizio (0-3) = 1

09/05/2015

Le inchieste del commissario Ambrosio (R. Olivieri)

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E’ la raccolta di 35 indagini del commissario Ambrosio. Più che indagini sono fotografie molto sintetiche d’interrogatori eseguiti dal poliziotto o eventi cui lo stesso partecipa legati a crimini commessi. Il colpevole e il movente non sono esposti chiaramente e spesso non è dato comprendere né l’uno né l’altro. Siamo all’inizio di quello che sarà definito il genere “giallo” e forse questa è l’unica giustificazione.

Giudizio (0-3) = 0

 

07/05/2015

L’amore quando c’era (C. Gamberale)

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Una volta esistevano i romanzi epistolari, adesso, nell’era di internet e degli smartphone, la giornalista si cimenta con un romanzo che è una raccolta di mail e sms tra i protagonisti. Amanda e Tommaso in occasione della morte del padre di lui, si scambiano delle mail, che diventano l’inizio di un rapporto di corrispondenza dopo anni che la loro storia d’amore è terminata. Attraverso questa messaggistica i due cercano di rispondere ad un quesito fondamentale nella vita di ognuno: che cos’è la felicità? Dopo aver appurato che l’amore è lo stimolo più profondo alla felicità di una persona, arriva la consapevolezza che solo dopo che la storia d’amore è conclusa ci si può confrontare in maniera aperta e senza i vincoli della quotidianità, superando i compromessi della convivenza. L’amore ci apre l’anima e ci fa sentire vivi, ma quando finisce ci può donare quel qualcosa in più che ci completa. Anche se nel romanzo si possono trovare degli spunti e delle risposte, il responso definitivo rimane sempre lo stesso: si può essere felici solo se si è capaci di esserlo, e come dico sempre “ogni giorno che passa è poesia, sa la sai recitare”.

Giudizio (0-3) = 1    

04/05/2015

La moglie del condannato (R. de Navery)

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Il romanzo della scrittrice francese (il nome maschile era uno pseudonimo) della seconda metà del 1800 fu pubblicato negli anni 50 del secolo scorso dalle Edizioni Paoline. La storia a lieto fine racconta di un errore giudiziario: un legame con il presente lo troviamo nel coinvolgimento popolare all’accaduto, al punto di diventare un caso mediatico. Naturalmente i mezzi d’informazione erano senz’altro diversi, ma il giudizio dei cittadini, il comportamento dei personaggi, i sermoni del parroco, ben si accostano, con un po’ di fantasia, alle trasmissioni televisive e ai reportage giornalistici odierni. La carità, la fratellanza, la devozione verso Dio permeano tutto il racconto, nel quale spicca la figura di Giovanna Maria, appunto la moglie del condannato, che non si arrende alle evidenze e alle decisioni della giustizia, ma reagisce con sorprendente forza e sacrifico fino al trionfo della verità.

Giudizio (0-3) = 1

01/05/2015

I re di Roma – Mafia capitale (Abbate L. – Lillo M.)

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E’ semplice dire che la colpa è del sistema, ormai avvezzo ai comportamenti illeciti che in esso si sono radicati, al punto da subirne le conseguenze come fosse la normalità. Dal quadro riassuntivo che i due giornalisti, coinvolti in prima persona, naturalmente dalla parte dei “buoni”, presentano in questo libro, appaiono evidenti invece delle responsabilità dirette, e l’accusa che si può muovere al mondo politico, non riguarda i coinvolgimenti nei fatti criminali, quanto nelle scelte a monte che dovrebbero caratterizzare la convivenza civile. Se analizziamo i percorsi giudiziari di coloro che tenevano le fila di “mafia capitale”, ci accorgiamo che negli anni in cui questa “mafia” si organizza, cresce e prospera, loro dovevano essere reclusi per i crimini commessi prima. E’ impensabile in qualsiasi Stato civile, che un terrorista di destra, fondatore dei Nuclei Armati Rivoluzionari, fiancheggiatore della banda della Magliana, imputato nella strage di Bologna, accusato di essere il killer del giornalista Pecorelli, indiziato in fatti criminali di ogni genere, condannato al carcere, sia messo in libertà prima della scadenza della pena. Non gli sono da meno coloro che lo affiancano: un assassino, condannato e liberato senza aver scontato tutta la pena; un terrorista che ha militato nelle Brigate Rosse; un pluricriminale anch’egli con trascorsi da terrorista. Sono questi i protagonisti di mafia capitale, e pertanto, da persone “normali”, non ci stupisce che continuino a delinquere, poiché questo è il loro solo mestiere. Quello che ci stupisce, e ci indigna, è che essendo stati condannati, non siano in carcere a scontare la pena, evitando così di compiere altri gesti criminali. L’accusa alla politica è proprio questa: non essere in grado di far funzionare la giustizia, garantendo che la pena sia scontata per intero. Che poi ci siano amministratori, dirigenti e personaggi legati a partiti politici, in mafia capitale sia di destra che di sinistra, che di centro, coinvolti materialmente nei fatti è di secondo piano, non conta il partito, ma il ruolo che si svolge. L’organizzazione romana allo stesso tempo organizzava incontri per raccogliere voti per il candidato di destra e raccolta di fondi per il candidato di sinistra, dimostrando che l’appartenenza politica è solo un mezzo, anche per coloro che la praticano. Come una vera organizzazione mafiosa, quella che opera a Roma, è un’industria vera e propria, che trae i suoi profitti da appalti regolari, poi manipolati, fino a trattare persino con il Vaticano. Nel racconto dei due giornalisti non mancano appunti ai margini di mafia capitale, che riguardano attività di personaggi noti (tra i quali il capitano della Roma) e condizionamenti (molto forte quello di Comunione e Liberazione) sulle scelte politiche e sociali, addirittura per la nomina del Presidente della Repubblica.

Giudizio (0-3) = 2