26/12/2016
Mia sorella Caterina (M. Landini)
In quest’opera, ancora una volta, l’autore racconta le vicende di una famiglia di Porto S. Stefano e in particolare quelle di due componenti, Giovanni e Caterina: il primo, che ha rivestito un importante ruolo nella vita sociale al momento della costituzione della comunità locale; la seconda, che è stata proclamata Beata. Buona parte del racconto è narrata in prima persona da Giovanni, come se egli stesso ci facesse partecipi delle vicende familiari e sociali, e, come afferma lo stesso autore, molti passaggi sono romanzati, nascono cioè dalla sua fantasia, benché possano essere ricondotti a considerazioni che li avvalorano come reali. Siamo nel periodo a cavallo tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo e Monte Argentario sembra attraversato da un’importante “soffio di Spirito santificatore”, come dice l’autore: è il periodo in cui Paolo Danei, più noto come S. Paolo della Croce, costituisce i Passionisti; la protagonista Caterina, poi Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione, riceve la chiamata dal Signore e compie miracoli; altre figure più o meno note vivono la santità o la conversione. Interessante, all’interno del racconto, l’opportunità di poter cogliere molti aspetti sulla vita sociale del tempo. Si sente molto, com’è naturale, l’influenza sacerdotale dell’autore, che in molti passi sembra voler evangelizzare il lettore.
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21/12/2016
Solino blu (M. Landini)
L’autore racconta le vicende di una famiglia di Porto S. Stefano nel periodo della seconda guerra mondiale. Alla storia del figlio militare al servizio della Regia Marina, si accompagna quella della famiglia che vive sfollata nelle campagne dell’Argentario. Sullo sfondo la vita della comunità martoriata dagli incessanti bombardamenti degli alleati. Gli stati d’animo seguono le vicende belliche rispecchiando senz’altro quelli dei concittadini, che vedono il loro paese completamente raso al suolo, e di milioni di altri Italiani. Eccessivo l’aspetto religioso con cui s’interpretano i comportamenti dei protagonisti, ma non è una sorpresa considerando che l’autore è un sacerdote.
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17/12/2016
Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (F. Guccini)
Si tratta di racconti realizzati dall’autore fidandosi della memoria, che narrano episodi di vita della popolazione dell’appennino tosco-emiliano. Così come le fotografie di un tempo, riappaiono alla mente e sebbene sbiaditi sono capaci di rievocare stati d’animo, rapporti e condizioni sociali che oggi non trovano riscontro nella frenetica vita quotidiana. Come già in altre opere, sia scritte sia cantate, Guccini vena di nostalgia i tempi andati, che sebbene vissuti spesso dalla gente con difficoltà, cementavano e rendevano più schietti e solidi i rapporti tra le persone. La sporadicità con cui molti eventi erano vissuti e il valore che quindi assumevano, fa si che rimangono ancorati alla mente per divenire oggetto di ricordo e narrazione nel futuro. Oggi invece, il ripetersi quotidiano degli eventi, sebbene renda più semplice il nostro vivere, sminuisce il loro valore e la memoria che ne potremmo avere. In questo contesto mi piace ricordare come ai tempi in cui ero bambino, veniva vissuta in famiglia l’occasione di recarsi a Grosseto: era un evento straordinario che si organizzava con giorni di anticipo, coinvolgendo tutti, e che quando avveniva durava un giorno intero, comprensivo dell’immancabile pranzo nel ristorante cittadino. Oggi invece mi capita, e credo a molti altri, di recarmi a Grosseto anche più di una volta al giorno: certamente il “viaggio” di un tempo è nei miei ricordi e costellato di episodi e aneddoti da raccontare; i “viaggi” di oggi, invece, si cancellano dalla memoria immediatamente.
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16/12/2016
Insieme al mare (R. Orsini)
Il racconto di un’adolescenza che sa di tempi passati, vissuta, come dice il titolo, insieme al mare o addirittura “inghiottiti” dal mare. Il protagonista/autore narra le vicissitudini di un ragazzo che per raggiungere l’agognato titolo di studio dovrà, sin da bambino, anche per le scarse possibilità economiche della famiglia, confrontarsi con il mondo del lavoro marittimo. Ricordi che sicuramente nei dettagli saranno arricchiti da immaginazione, ma che nel complesso ci mostrano, con la semplicità della narrazione, gli ostacoli materiali e psicologici che molti giovani dell’epoca si trovavano ad affrontare, per affrancare a loro stessi, e alle famiglie, un futuro certo e più confortevole.
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06/12/2016
Se la vita che salvi è la tua (F. Geda)
Quando si deve dare l’interpretazione dei comportamenti di una persona, è facile che lo stesso atteggiamento possa essere interpretato anche in modi contrapposti. Questo sicuramente non accade se ad esprimere il giudizio è qualcuno professionalmente preparato, ma per la gente comune è inevitabile. Ho premesso questo perché chi legge il romanzo di Geda, deve necessariamente trarre delle proprie conclusioni sul comportamento e l’atteggiamento del protagonista, sia nei confronti delle persone che incontra, sia nell’affrontare la vita e il mondo. Per quanto mi riguarda, ritengo che Andrea, il protagonista, sebbene metta a rischio la propria vita, abbia fondamentalmente un animo da egoista. Anche se Benjamin, un personaggio della storia, presuppone che “la fuga è il futuro”, ogni fuga di Andrea, che a volte si confonde con il ritorno, arriva sempre a dover avere il sostegno di terze persone, che immancabilmente rimangono deluse o ferite o quantomeno sono soltanto un mezzo per garantire il futuro del personaggio. Il libro è interessante, anche se in alcuni punti il racconto è confuso e i dialoghi non virgolettati contribuiscono ad aumentare la difficoltà di lettura.
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30/11/2016
Il libro delle verità nascoste (A. G. Hansen)
Fuggire dal passato recente per dimenticarlo ed iniziare una nuova vita: ricadere nel passato recente affrontandolo e rinascere. Questo è ciò che accade a Ruby, la protagonista del romanzo. Dopo un tentato suicidio, costellato da apparenti problemi psichici, la ragazza abbandona la scuola per cercare di nascondere e dimenticare ciò che ha vissuto, ma una coincidenza, premeditata, la porta ad affrontare tutti i fantasmi del passato e a sconfiggerli. Una storia che nella seconda parte diviene coinvolgente quanto un giallo. Al suo romanzo d’esordio l’autrice ci accompagna nelle ossessioni letterarie della protagonista, che avvinta dalla tragica sorte di famose scrittrici suicide, rischia di seguirne le gesta. La fragilità e la vulnerabilità di giovani donne si scontrano con la forza del carattere che si va formando e l’equilibrio della psiche, messo a dura prova, rischia di farle cadere verso una vita senza futuro.
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20/11/2016
Argentario – storie di persone, di pietre e di mare (C. Milano –E. Bistazzoni)
Una raccolta di belle foto, molte delle quali inedite, dalle quali gli autori a tutto tondo raccontano i molti aspetti che caratterizzano, ed hanno caratterizzato, Monte Argentario e i suoi due principali centri abitati. Molto interessanti sono gli appunti, scritti, descrizioni ed emozioni di coloro che, anche personalità nel loro campo, hanno nell’arco dei secoli rappresentato e descritto il Promontorio. Un valido testo che permette di mantenere la memoria del tempo trascorso.
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13/11/2016
I Mille (G. Garibaldi)
L’opera scritta dall’Eroe dei due Mondi racconta le gesta della spedizione dei Mille, ma non si ferma, com’è nell’intento dell’autore, ad un mero diario cronologico. Garibaldi, infatti, cerca di mostrarci lo spirito con cui l’impresa fu compiuta e l’atteggiamento della popolazione all’arrivo o al passaggio dei Mille. Forte è la sua ostilità nei confronti del clero, che ritiene sobillatore, millantatore e despota nei confronti della gente, e verso la nuova classe dirigente dell’Italia libera. Secondo il Generale le speranze e le ambizioni di chi ha lottato e di chi è morto per rendere la Penisola libera sono andate disilluse. I nuovi governanti a suo parere si sono soltanto sostituti ai precedenti, seguendo le stesse mire personali a dispetto della libertà e della dignità della popolazione: l’unica differenza è la nazionalità, prima stranieri, ora anch’essi italiani. Molte sono le assonanze e gli atteggiamenti dei governanti dell’epoca che possono essere attribuite ai governanti di oggi: dopo 150 anni non è cambiato molto, almeno nei fatti, e anche la speranza di Garibaldi che nel futuro i veri ideali di chi aveva lottato per rendere libera l’Italia potessero trovare concretezza è stata disattesa. Quanti di coloro che governano oggi la nostra Nazione darebbero la vita per la Patria così come fece chi ha combattuto il Risorgimento e la Resistenza! Molte sono le lodi da parte di Garibaldi verso chi compì atti d’eroismo, sia durante la spedizione sia in altre occasioni, così come è giustificabile per l’autore, l’atteggiamento del popolo, che plagiato, spesso si trovava ad ostacolare i Mille.
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26/10/2016
Questo è l’Argentario (Fanciulli P. – Massimi G.- Mori A. – Zolesi E. Zolesi E.)
Non è una guida turistica, né una monografia, come precisano nell’introduzione gli autori, ma un po’ l’una e un po’ l’altra. In effetti il piccolo opuscolo, nella sua brevità e sinteticità da guida, raccoglie con precisione tutti gli argomenti che permettono di tracciare un esatto e approfondito profilo del luogo e dei suoi abitanti. Alle sezioni riguardanti gli aspetti meramente turistici, quali le gite ai luoghi vicini, la descrizione dei panorami che si possono godere circumnavigando il promontorio o percorrendolo via terra e l’elenco delle costruzioni storiche disseminate sul territorio e nei centri abitati, si affiancano sezioni che riguardano anche gli aspetti sociali, i costumi, l’indole e i caratteri degli abitanti. Tutte queste sezioni, e le altre presenti, permettono al lettore di scoprire anche gli aspetti meno evidenti che contraddistinguono e rendono unico questo particolare territorio e i suoi abitanti. Una lettura che può essere interessante anche per chi è indigeno o assiduo frequentatore o residente del luogo, corredata da piacevoli foto ormai datate al periodo della pubblicazione.
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20/10/2016
Fortezze e torri costiere dell’Argentario, Giglio e Giannutri (G. Della Monaca – D. Roselli – G. Tosi)
Un interessante panoramica delle torri e fortificazioni del Promontorio e delle due Isole maggiori vicine. Approfondite le informazioni tecniche di costruzione delle strutture e l’utilizzo che ne caratterizza la posizione, sia di quelle ancora esistenti sia di quelle ormai scomparse. Gli autori ripercorrono altresì gli eventi storici del periodo in cui forti e torri sono state costruite e utilizzate militarmente, con particolare riguardo all’aspetto marittimo: lo scopo principali per cui furono predisposte queste costruzioni è, infatti, quello di presiedere alla navigazione del tratto di mare antistante, oltre che, naturalmente, difendere i territori costieri. E’ noto che questo tratto di Mediterraneo, per la sua particolare conformazione, è sempre stato considerato uno dei più strategici, sia per la navigazione sia quale “porta” per l’accesso alla terra ferma. L’importanza di questi manufatti sul territorio locale, è poi evidenziata dall’essere diventati riferimento e parte integrante della vita sociale della comunità del luogo.
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Pista nera (A. Manzini)
Una scrittura semplice e ”leggera” che permette una lettura scorrevole del romanzo di Manzini. Il vicequestore Schiavone, un poliziotto poco diplomatico e che nel tempo libero si diletta ad infrangere la legge, indaga su di un omicidio che ha macchiato le nevi della Val d’Aosta. La settimana d’indagini, i capitoli sono segnati dai giorni, permette all’investigatore di risolvere questo giallo, narrato molto più vicino ad una cronaca che ad un intrigo poliziesco. Senza approfondimenti specifici i caratteri dei protagonisti sono però ben evidenziati ed il corsivo distingue i passi dove il narratore lascia il posto alla narrazione personale del vicequestore.
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24/09/2016
Otello (W. Shakespeare)
E’ la tragedia di Shakespeare nota come la rappresentazione della gelosia. Se però proviamo ad esaminarla da una prospettiva diversa notiamo che potrebbe invece rappresentare la tragedia dell’inganno. E’ infatti Iago, sotto molti aspetti, il principale protagonista della commedia, così come le sue menzogne sono il fulcro di tutta l’azione. Come caratteristica dell’autore gli eventi si svolgono su due scenari: Venezia e Cipro. Il primo che rappresenta il mondo reale, il secondo quello dell’immaginazione, dove si svolge una guerra senza combattere e dove il tempo viene stravolto. La competizione tra forti sentimenti non vedrà però alcun vincitore e tutti i principali protagonisti ne subiranno le conseguenze.
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14/09/2016
Tutta la luce che non vediamo (A. Doerr)
Disprezzo, passione, affetto, voglia vivere, paura, speranza che si fondono o scontrano tra di loro mentre la guerra porta distruzione, e singoli episodi sembrano diventare il motore del progetto disegnato dalla fatalità. In questo contesto lo scrittore racconta le vite di Marie-Laurie e Werner nei dieci anni precedenti e coincidenti con la seconda guerra mondiale. Lei, una ragazza francese che a causa di una malattia diventa cieca; lui, un ragazzo orfano tedesco con la passione per la radio. Le loro vite si dipanano in ambiti e luoghi diversi, fino al giorno in cui per poche ore avranno l’opportunità di incontrarsi. Non condivideranno nulla delle loro vite, ma queste saranno legate da un filo invisibile che le farà intrecciare fino ai giorni d’oggi. Doerr, vincitore del Premio Pulitzer, con telegrafiche descrizioni entra negli occhi e nella mente dei personaggi, facendo rivivere senza eccessi le emozioni, positive o negative, che scaturiscono dai loro sentimenti e dalle vicende di cui sono partecipi.
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22/08/2016
Possa il mio sangue servire (A. Cazzullo)
“Possa il mio sangue servire per ricostruire l’unità italiana e per riportare la nostra terra a essere onorata e stimata nel mondo intero. … per il bene e per l’avvenire della nostra Patria e della nostra Bandiera, per le quali muoio felice.” “A rileggere, nell’Italia di oggi, alcuni passi delle ultime lettere di Franco Balbis, c’è da sentirsi un verme. C’è da vergognarsi al pensiero di come abbiamo ridotto la terra che quest’uomo, oggi del tutto dimenticato, voleva riportare a essere onorata e stimata nel mondo intero: una frase che dovrebbe essere letta a voce alta dai candidati a una carica pubblica, dagli eletti in Parlamento, dai condannati per corruzione.” La prima frase è stata scritta da Franco Balbis in una delle ultime lettere prima di essere fucilato dai fascisti, ma è simile a quella di migliaia di altri Italiani a cui è toccata ed hanno scelto la stessa sorte; la seconda è il commento di Cazzullo alla stessa lettera. Basterebbe questo a spiegare il libro del giornalista, ma qualche considerazione è necessaria. Intanto c‘è da precisare che l’autore cerca di chiarire alcuni luoghi comuni che la revisione storica degli ultimi tempi, o magari solo quella morale, sta travisando sul periodo della resistenza italiana. Il primo punto riguarda l’appellativo di partigiano, che per anni è stato considerato sinonimo di combattente di sinistra, ma che in realtà significa “colui che parteggia per un’idea”, “colui che si oppone all’oppressore” e che quindi deve essere conferito a tutti coloro che hanno preso parte alla resistenza. Sin dall’inizio fu un moto spontaneo di tutto il popolo, composto quindi da cattolici, socialisti, militari, operai, contadini, religiosi, monarchici, gente comune, comunisti, che in parte prese le armi per affrontare l’invasore straniero e nazionale ed in parte cominciò anche solo a dire “no”, a chi voleva costringerlo ad un’obbedienza dittatoriale. Tutti però avevano un unico ideale, “parteggiavano per un’idea”: erano antifascisti e volevano libera la nazione italiana, che amavano, nonostante tutto. Il secondo punto riguarda la condanna che viene fatta oggi degli atti che, seppur crudeli e deplorevoli, hanno compiuto i partigiani-resistenti nei confronti dei tedeschi e fascisti. Se pensiamo a cosa proviamo oggi nei confronti dei terroristi che uccidono la gente comune o all’idea di voler applicare la castrazione chimica a chi ha perpetrato violenze sessuali, cerchiamo, con coscienza, prima di emettere sentenze inappellabili e non accettare motivazioni più che giustificabili, di metterci nei panni di coloro che hanno assistito personalmente allo scempio dei civili italiani durante quel periodo e vissuto sulla propria pelle torture, stragi, sevizie e sentenze capitali. Il terzo punto prende in esame la posizione della repubblica di Salò, i cui militanti sono quasi considerati vittime dei partigiani e delle circostanze, la ricostruzioni dei fatti porta invece ad un’unica conclusione: stavano dalla parte sbagliata e sono stati sconfitti, così come i nazisti, perché avevano torto di fronte all’umanità intera.
Dai racconti e dalle lettere presenti nell’opera se ne deduce un quadro drammatico di cosa è successo in Italia nel periodo bellico e successivo all’8 settembre. Se oggi, dopo 70 anni, siamo a ricordare e commemorare stragi come quelle di S. Anna di Stazzema, Marzabotto e Fosse Ardeatine, dobbiamo tener presente che tutto il territorio nazionale è stato oggetto di strage: nelle frazioni, nelle città, ma anche lungo le strade e ovunque si sono compiuti gli atti più atroci, gratuitamente e contro persone inermi. A queste si contrappongono da parte della maggioranza dei cittadini azioni eroiche, magari anche banali e nel quotidiano. Anche a livello militare, sebbene la storia non lo registri perché nella logica della guerra ci eravamo arresi, molti reparti e unità militari italiane combatterono accanto alle forze alleate, ottenendo vittorie e decorazioni rimaste sconosciute e molte città e paesi si erano già liberati con le proprie forze prima dell’arrivo degli alleati.
Questa pagina di storia nazionale e popolare deve essere sempre tenuta aperta e ricordata, così come avviene per il risorgimento, perché la resistenza è stato un secondo risorgimento del popolo italiano: che combatteva contro un invasore straniero; contro un governo che lo opprimeva; che ha avuto i suoi martiri; che ha mostrato il proprio valore; che dopo cento anni, ancora davanti al plotone di esecuzione, aveva la forza e l’orgoglio di gridare un’ultima e unica frase: “Viva l’Italia”.
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02/08/2016
Il mercante di Venezia (W. Shakespeare)
Due luoghi in cui la vicenda si svolge: Venezia, quello reale e Belmont, quello dell’immaginazione. Nel primo, le vicende di Antonio che affronta le vicissitudini di una vita dedita al commercio e che lo portano a rischiare persino la vita. Nel secondo, la regina Portia che vede la propria vita segnata e legata alla fortuna. I due principali attori, e gli altri protagonisti, si muovono dall’uno all’altro mondo mescolando in un gioco burlesco i moti dell’animo e gli eventi materiali. Da una scena all’altra sprofondano o s’innalzano, in un incessante capovolgimento di fronte, che vede ognuno di loro, ora vinto e ora vincitore. Trattandosi di una commedia, benché la rappresentazione spesso si avvicini alla tragedia, non può che esserci un lieto fine. L’amicizia e i buoni sentimenti, anche grazie all’arguzia, avranno il sopravvento sulla vendetta e il rancore, così che l’opera di Shakespeare unendo trame e temi diversi, e giocando anche sulla beffa, si pone come commistione tra la commedia romantica e quella romanzesca.
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